Delle 150 le armi sequestrate dai carabinieri di Napoli nel territorio partenopeo e nei comuni della provincia nel primo trimestre dell’anno, 44 sono da sparo e 106 bianche. Il risultato – si sottolinea in una nota del Comando Provinciale dei carabinieri – è frutto di una capillare azione di controllo del territorio attuata quotidianamente dalle 100 stazioni dei carabinieri in ogni quartiere di Napoli e in ogni città della provincia di Napoli. Questo il bilancio dell’operazione condotta dalle Forze dell’ordine nei confronti della criminalità organizzata e non.
Con un focus sui quartieri di Fuorigrotta e Ponticelli, recentemente teatro di ferimenti e omicidi, il triste primato delle armi da fuoco – il riferimento rimane l’ultimo trimestre – spetta all’area di Castello di Cisterna (16 armi e 752 munizioni), seguita da quella di Casoria (11 armi e 289 proiettili). Sempre più creativi i nascondigli utilizzati: dai totem delle società di forniture elettriche ai cassonetti della spazzatura, dalle auto abbandonate fino al seppellimento in aree verdi di pubblico passaggio. Tutte aree comuni e condominiali, preferite perché difficili da attribuire ad una determinata persona.
Seguiranno accertamenti balistici per verificare se siano state utilizzate in fatti di sangue o intimidazione.
“Quello delle armi è un fenomeno allarmante, spesso percepibile solo quando i fatti di sangue emergono agli onori della cronaca” – dichiara, in una nota, il generale di brigata Canio Giuseppe La Gala, comandante provinciale dei carabinieri di Napoli. “Un lavoro – conclude il generale La Gala – che ha come obiettivo primario quello di smantellare i luoghi di stoccaggio e distribuzione delle armi, per sottrarle alla criminalità, garantire maggiore sicurezza al cittadino e alleviare la percezione di allarme sociale”.