Le società sotto inchiesta avevano accumulato debiti insoluti per oltre 50 milioni di euro, tra cui debiti tributari per oltre 28 milioni di euro. Questa realtà imprenditoriale di Salerno gestiva contemporaneamente anche 20 supermercati, impiegando fino a 150 lavoratori dipendenti.
“Ben rodato – si legge nella nota della Guardia di Finanza – il sistema attuato nel tempo per continuare l’attività dei punti vendita nonostante l’insolvenza, con passaggi di proprietà tra società formalmente distinte, ma sempre riconducibili al medesimo gruppo familiare”. Gli inquirenti hanno individuato una “chiara regia, con una sequenza di atti distrattivi, finalizzati ad eludere le pretese dei creditori, attraverso mirate spoliazioni delle società che avevano maturato le esposizioni debitorie nell’esercizio dell’attività commerciale. Venivano così posti in essere continui trasferimenti di beni strumentali, merce, liquidità e dello stesso personale, a volte anche di interi rami d’azienda, di modo che i supermercati continuassero a rimanere aperti senza soluzione di continuità, risultando gestiti da soggetti giuridici neocostituiti, sulla carta del tutto autonomi e distinti da quelli indebitati”.