AFRAGOLA – Chissà se il vescovo o finanche il Papa interverranno su quello che è un vero e proprio scandalo (servirebbero ben altre parole, ma ci limitiamo) avvenuto nella basilica di Sant’Antonio da Padova ad Afragola, che vede coinvolti alcuni frati accusati di abusi sessuali.
Stamattina sono scattati altri arresti (il primo “repulisti” risale al luglio scorso) ed a finire in manette sono stati tre soggetti ritenuti responsabili di rapina aggravata in concorso.
Il filone dell’inchiesta, avviata dalla Procura di Napoli Nord, riguarda stavolta la rapina commissionata da un frate del Santuario di Santa Matia Occorrevole di Piedimonte Matese, relativa al periodo in cui svolgeva le sue funzioni nella Basilica di Sant’Antonio da Padova ad Afragola ed altre due persone, tutti ritenuti responsabili di rapina aggravata in concorso.
Dopo gli arresti della scorsa estate, le indagini sono andate avanti per rintracciare gli altri presunti responsabili. La rapina fu commissionata da Nicola Gildi, frate che era in servizio al Convento di Santa Maria Occorrevole, per ‘recuperare’ dei cellulari video, foto e chat ‘compromettenti’ a sfondo sessuale che riguardavano dei frati.
A luglio finirono in manette il parroco della Basilica Pontificia di Sant’Antonio da Padova di Afragola, Domenico Silvestro, accusato di violenza sessuale; padre Nicola Gildi, di 55 anni, i due autori materiali della rapina, Danilo Bottino, 20 anni, e Biagio Cirillo di 19 anni, Antonio Di Maso, 43 anni, accusato di avere fatto da intermediario tra il frate mandante e l’organizzatore della rapina, Giuseppe Castaldo, 52 anni,.