Truffe assicurative, i fratelli Di Sarno erano i capi dell’organizzazione

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CASAL DI PRINCIPE – Sono tre i filoni di indagine della Procura sulle presunte truffe alle Compagnie assicurative per incidenti stradali mai accaduti, ma solo per il primo blocco investigativo il gip Daniela Vecchiarelli del tribunale di Santa Maria Capua Vetere ha ritenuto che sussistessero i presupposti per un vincolo associativo e di conseguenza persistessero i gravi indizi di colpevolezza che hanno portato lo stesso giudice a firmare ventidue misure cautelari agli arresti domiciliari.

Negli altri due filoni, per i capi di imputazione che vanno dal 54 al 299, non ci sono le condizioni per contestare il vincolo associativo, in quanto per il gip “difettano gli elementi costitutivi dell’associazione a delinquere”. Per la dottoressa Vecchiarelli sono riscontrate nei medici Fiorito, Salvemini e Rondinone le condotte contrarie ai doveri di ufficio. Nel primo filone investigativo (capi di imputazione 1-54) la vicenda ruota intorno alle figure dei fratelli Guglielmo e Gianluca Di Sarno che sono coloro che pianificano e finanziano, sono i promotori dell’organizzazione. I loro principali collaboratori sono Antonio Abatiello ed Emilio Acunzo, che hanno il compito di contattare i soggetti e di accompagnarli al pronto soccorso, dove giunti lì c’era il dottor Domenico Fiorito che refertava lesioni e contusioni inesistenti nell’ospedale di Marcianise. Fiorito è tra l’altro medico chirurgo all’ospedale San Giovanni di Dio a Frattamaggiore. In altri casi soggetti bisognosi con precedenti lesioni e con documenti falsi si recavano in un qualsiasi pronto soccorso, anche fuori dalla Campania, e sostenevano di essere stati coinvolti in un incidenti stradale. Il gip ha puntualizzato nell’ordinanza che le indagini hanno portato ad “un quadro allarmante” in cui il livello di organizzazione ha portato ad adottare “un modus operandi consolidato”.

gmm