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Criminalità, ricchezza, benessere: ecco come si classificano le 5 città campane

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NAPOLI – Bergamo, che nel 2023 era quinta, vince l’edizione 2024 dell’Indagine sulla Qualità della vita del Sole 24 Ore che misura il benessere nei territori italiani attraverso 90 indicatori da fonti certificate, divisi in sei categorie tematiche.

Dietro Bergamo, che prima d’ora non aveva mai ricevuto una medaglia nei 35 anni d’indagine, due habitué del podio: Trento e Bolzano. Le province autonome sono pluri-iridate, ma se Trento – scrivono Marta Casadei e Michela Finizio del Sole 24 Ore – sale di un gradino rispetto all’anno scorso, Bolzano fa un salto di dieci posizioni verso l’alto: l’anno scorso, infatti, era tredicesima.

La top 10 vede una predominanza delle province del Nord Est, con Trentino Alto Adige, Lombardia e Veneto tra le Regioni più presenti: Monza e Brianza (4ª) tallona il podio, seguita dall’altra lombarda, Cremona (5ª). Segue Udine vincitrice dell’edizione 2023 e che, nel complesso, ha registrato performance positive anche quest’anno Tra le prime dieci spiccano anche Verona e Vicenza, attigue a livello geografico e anche in classifica, rispettivamente al 7° e all’8° posto.

Sud sempre fanalino di coda, pur crescendo il Pil pro capite.

La maglia nera, quest’anno, spetta a Reggio Calabria, ultima tra le ultime. Dalla posizione 83 del ranking in poi, infatti, è una sfilata di territori del Sud: città metropolitane come Catania (83ª), Messina (91ª), Palermo (100ª) e Napoli (106ª). E se Napoli è penultima, non meglio vanno le altre province campane: Caserta si classifica 101esima, Salerno 92esima, Benevento 76esima e Avellino 73esima.

Se dalla fotografia il Mezzogiorno sembra un malato cronico, alcuni dati evidenziano però un cambio di marcia: il trend del Pil pro capite che premia Palermo, Caltanissetta e Nuoro; il valore tendenziale delle presenze turistiche, con Isernia, Frosinone ed Enna a registrare i valori più elevati.

L’aumento dell’attrattività sul piano economico, si accompagna a una maggiore accessibilità sul fronte dell’affitto o acquisto di immobili e a una minore inflazione, creando condizioni potenzialmente favorevoli per il futuro.

Le grandi città in discesa

Se i divari tra Nord e Sud della Penisola sono ormai radicati, disuguaglianze non dissimili, di stampo soprattutto economico, dilagano nelle grandi città e aree metropolitane. Che scivolano in classifica sotto il peso di queste differenze. Se c’è un fil rouge, inequivocabile, che lega i risultati dell’edizione 2024 della Qualità della vita è la scivolata, più o meno marcata, delle grandi città. Mete turistiche oppure centri economici e politici, le aree metropolitane perdono posizioni sotto il peso della frenata del Pil pro capite – che corre molto di più al Sud, rispetto ai grandi poli produttivi del Nord – e del crescente costo della vita.

In cima per presenze turistiche e sul fondo – quasi di conseguenza, in tempi di affitti brevi – per incidenza dei canoni di locazione sui redditi medi, aumento dell’inflazione e mensilità di stipendio necessarie ad acquistare 60 metri quadrati in città. La fotografia 2024 nelle grandi città metropolitane è poco lusinghiera. Tra le meglio piazzate rimangono Bologna e MIlano: la provincia emiliana, che ha vinto l’indagine ben cinque volte, l’ultima delle quali nel 2022, pur scendendo dal podio di sette posizioni, rimane nella top 10; Milano perde quattro posizioni rispetto al 2023 e arriva dodicesima.

Per trovare la successiva città metropolitana bisogna scendere di oltre venti posizioni e arrivare al 36° posto, dove si incontra Firenze (l’anno scorso in sesta posizione), che però mantiene una leadership importante: è prima nella quarta edizione dell’Indice della Qualità della vita delle donne.

C’è poi il tema degli alloggi: a Roma il canone d’affitto di un appartamento da 100 metri quadrati in zona semi-centrale pesa per l’81% sul reddito medio dichiarato, contro il 13% di Trapani e Chieti.

Al contesto si aggiunge l’Indice della criminalità, indice sintetico che rapporta alla popolazione residente il numero delle denunce presentate nel 2023, che svantaggia le aree ad alto passaggio turistico – dove i numeri sono alimentati dalle migliaia di city users che quotidianamente le attraversano – e porta i grandi centri urbani in fondo a «Giustizia e sicurezza».

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