CASAL DI PRINCIPE – Colpo di scena ieri nel processo di appello a carico della cellula del clan dei Casalesi ad Eraclea.
Il collaboratore di giustizia Girolamo Arena, palermitano che per dieci anni ha fatto parte di quel gruppo, ha dichiarato che il boss Luciano Donadio voleva ucciderlo: “Una ragazza è stata testimone di una riunione in cui ha sentito Donadio offrire a Ivan Giantin 100.000 euro per ammazzarmi”. Il pentito è stato sentito in videoconferenza nell’aula bunker del tribunale di Venezia dov’è in corso il processo di secondo grado. Donadio avrebbe denunciato il collaboratore di giustizia per calunnia. In primo grado il tribunale aveva inflitto, tra gli imputati principali, 26 anni di carcere a Luciano Donadio, di Casal di Principe, presunto capo del gruppo; 19 anni a Raffaele Buonanno, di San Cipriano d’Aversa, 14 ad per Antonio Buonanno di San Cipriano d’Aversa; 5 anni e 8 mesi ad Adriano Donadio, figlio di Luciano. I giudici avevano escluso però il reato di associazione mafiosa. La Procura ha fatto appello ritenendo che vi fossero tutti gli elementi per contestare il reato di 416 bis. La corte di appello ha accolto la richiesta di riaprire il processo con l’escussione di diversi testimoni, primo dei quali è stato appunto il pentito Girolamo Arena.