ERCOLANO – Si è avvalso della facoltà di non rispondere, ma Pasquale Punzo ha reso dichiarazioni spontanee al gip nel corso dell’udienza di convalida per dire che è estraneo ai fatti. Gli è stato contestato il reato di omicidio volontario plurimo.
Ha negato di essere responsabile dell’esplosione del deposito di fuochi di artificio di via Patacca dello scorso 18 novembre in cui hanno perso la vita tre ragazzi, il 18enne Samuel Tafciu, e le gemelle Sara e Aurora Esposito di ventisei anni che lavoravano lì per pochi euro. Ha negato le accuse che gli sono state rivolte dai familiari delle vittime quando sono stati ascoltati dai magistrati: secondo i racconti della madre delle gemelle, delle altre due sorelle delle vittime, e dei parenti del giovane albanese, era Punzo a gestire la fabbrica abusiva, andando a prendere a casa i tre per portarli nella baracca di contrada Patacca per poi riportarli a casa la sera. Punzo avrebbe asserito di non avere nulla a che fare con quell’attività. Una versione antitetica a quanto dichiarato dai familiari delle gemelle, secondo i quali Sara e Aurora Esposito avrebbero lavorato per Punzo da almeno un anno, prima attaccando gli adesivi sui fuochi d’artificio nella casa di Marigliano e dopo il trasferimento a Ponticelli, in un’abitazione messa a disposizione dall’uomo, l’attività si era spostata nella baracca luogo della tragedia. Inoltre i familiari delle gemelle hanno raccontato che Punzo per un periodo aveva intestato delle società alle sorelle e alla loro madre, dando loro in cambio 800 euro al mese per il ruolo di prestanome. Oggi intanto sono iniziati gli esami autoptici sulle tre vittime. Il punto dell’innesco dello scoppio è stato localizzato durante le operazioni di bonifica, ancora in corso, dove si è formato un cratere.