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Lusciano, il comune stretto nella morsa di un dissesto da 25 milioni di euro e le ombre che avvolgono l’ufficio tecnico

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LUSCIANO (Rosa Amalfi) – Il Comune soffoca sotto il peso dei debiti. Una normale azienda sarebbe saltata a gambe all’aria già da tempo. La specifica Commissione ha finora certificato un dissesto di 16 milioni di euro, più di mille euro per ogni abitante.

Ma potrebbero essere molti di più. Ci sarebbero, infatti, – secondo calcoli attendibili – addirittura ancora altri 9 milioni da tirare fuori dai cassetti. Un debito monstre, di cui non si spiega come sia potuto formarsi senza che nessuno se ne sia accorto prima: dal collegio dei revisori, alla stessa Corte dei conti e anche alla magistratura invocata dalla gente perbene ad ogni pie’ sospinto.

Dunque, un debito ancora non del tutto quantificato che lascia in sospeso qualsiasi domanda al riguardo. A cominciare dalla più semplice e lecita: come pensa l’amministrazione comunale di uscirne? Lo avremmo voluto chiedere alla vice sindaca, Consiglia Conte, che regge intanto le sorti del Comune dopo le dimissioni del primo cittadino Giuseppe Mariniello. Dimissioni che hanno tutto il sapore di una fuga, dal momento che seguono l’avvio dell’inchiesta di Notix.it.

Certo, ci stanno anche i problemi della tenuta della maggioranza, che comincia a mostrare segni di più di uno sfilacciamento e, delle opposizioni, che sembrano finalmente risvegliarsi dal torpore dal quale finora sono state avvolte.

E, però, nonostante i problemi di gestione amministrativa, l’attività edilizia – l’unica industria che a Lusciano tira – non ha subito rallentamenti di sorta. Tutto continua come se niente fosse, con palazzi che sorgono come funghi e, il più delle volte, in barba ad ogni elementare norma urbanistica: dalle volumetrie aumentate ben oltre il consentito, alle distanze obbligate e non rispettate dei confini, alle finestre ricavate su pareti che potrebbero al massimo contenere luci ingredienti.

A fronte di un’attività edilizia (e, dunque, cementizia) molto sollecita, di contro c’è da registrare uno strano freno che viene imposto alle opere pubbliche, come ci fanno notare alcuni cittadini che non amano – e si può capire – molta pubblicità. Per esempio, come mai gli appalti per la costruzione e sistemazione delle strade di via Marconi e via delle Margherite, ad un anno di distanza, non sono ancora completate?

In effetti, ci dicono i nostri informatori, il collo di bottiglia dell’amministrazione comunale al solito è rappresentato dall’Ufficio tecnico. E’ qui che si decidono precedenze e rallentamenti. Un ufficio – è appena il caso di dire – oberato da molti impegni, ma anche da molte grane giudiziarie. La più evidente riguarda una gara per la realizzazione delle fogne di ben 14 milioni di euro. La qual cosa, tuttavia, nello sviluppo degli eventi, non impedisce di sfornare licenze firmate in abbondanza su progetti di tecnici legati da parentele e amicizia o semplicemnte firmate da teste di legno e, dunque, che sarebbero elaborazione degli studi privati degli stessi tecnici comunali. Voci malevoli, si dirà, che però passano di bocca in bocca tra i cittadini che mostrano ormai segni di evidente insofferenza verso questo andazzo.

E che il lavoro dell’ufficio tecnico comunale sia nel mirino delle critiche di tutti è dato dall’andamento del Piano urbanistico comunale (Puc) redatto grossolanamente a macchia di leopardo, dove si prevedono grandi insediamenti cementizi non solo su particolari terreni agricoli, ma finanche su piccoli fazzoletti di terreno che non potrebbero, in ogni caso, contenere ville lussuose, appartamenti, locali commerciali, tutti venduti a prezzi esorbitanti.

(4. Continua)

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