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A Lusciano, capitale della cementificazione, la speculazione diventa “sistema”

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LUSCIANO (Rosa Amalfi) – Lusciano capitale italiana della speculazione edilizia. I palazzi, a decine, centinaia che, giorno dopo giorno, crescono e si moltiplicano come funghi, fanno pensare ad un vero e proprio sistema, piuttosto che ad una semplice – anche se cattiva – pratica amministrativa.

Del resto, il silenzio omertoso opposto alle domande pubbliche che Notix.it va facendo agli amministratori comunali, da ultima alla vice sindaca facente funzioni, la dottoressa Consiglia Conte, è la conferma del forte imbarazzo che avvolge i protagonisti, diretti o indiretti, di tutta questa strana vicenda. Con l’attuale disponibilità del patrimonio abitativo, infatti, la città, suvvia, un paese di poco più di quindicimila abitanti, potrebbe soddisfare la domanda di una città medio-grande di oltre centomila abitanti. E, tuttavia, si continua a costruire e a consumare suolo, nonostante dicano le statistiche, che a Lusciano non si fanno figli o ci si sposa in numero maggiore rispetto al resto della nazione.

Ma tant’è. Il sospetto del sistema ci è suggerito dalle voci – di dentro – dei soliti bene informati, che per ovvie ragioni non possono esporsi e benedicono Notix.it per aver finalmente squarciato il velo su una situazione diventata insostenibile. E anche paradossale.

Eh sì, perché fra gli altri problemi che il Comune dell’Agro pure soffre, c’è la situazione finanziaria non proprio florida. Anzi, diciamola tutta: la situazione, da questo punto di vista, è da dissesto finanziario (la Commissione si è insediata poco prima dell’estate). Eppure, soltanto con gli oneri urbanistici, il Comune potrebbe navigare nell’oro. Ma così non è. Come mai?

L’arcano ci viene spiegato nei dettagli dal nostro anonimo interlocutore. Le società o, se preferite, gli attori dello scempio edilizio di Lusciano, hanno inventato un sistema semplice e, allo stesso tempo, molto vantaggioso (per loro). Funziona così: presentano il progetto – dopo ovviamente essersi assicurati formalmente di una variante della destinazione d’uso dei suoli concertata, è ipotizzabile ritenere, con l’amministrazione comunale –, pagano la prima rata degli oneri urbanistici e con la copertura delle fidejussioni di rito, mandano tutto a carte quarantotto. Chiudono o fanno fallire le società e poi ricominciano il carosello d’accapo. Del resto, basta dare uno sguardo all’indice di mortalità e di natalità di nuove società edilizie, autoctone e forestiere (si fa per dire, al massimo sono dei paesi viciniori) impegnate su Lusciano.

Insomma, l’effetto per il piccolo centro è doppiamente nefasto: primo, lo sviluppo disarmonico e abnorme della città cementificata a ridosso della città antica ha finito per soffocarla; secondo, la Commissione per fronteggiare il dissesto del Comune ha il suo bel da fare nel transare i debiti con i fornitori, i quali – intanto – anche essi, come funghi, hanno avviato le procedure per vedere soddisfatti i propri crediti.

(3. Continua)

Nelle foto: il sindaco dimissionario Giuseppe Mariniello, l’ex primo cittadino Nicola Esposito, e la vice sindaca Consiglia Conte

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