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Provincia di Caserta, il grande papocchio

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L’EDITORIALE DI ANTONIO ARRICALE – Prima ancora di una riflessione politica sulla vicenda della Provincia di Caserta, che pure è doverosa e sicuramente a breve faremo, è il caso forse di  soffermarsi su quello che adesso accadrà, dal punto di vista della procedura, all’indomani della conferma delle dimissioni di Giorgio Magliocca.

Molti nostri lettori, infatti, si chiedono e, soprattutto ci chiedono, al di là del blitz (nomina del consigliere Gaetano Di Monaco, al posto di Marcello De Rosa) se dovrà essere il nuovo vice presidente a traghettare l’ente verso nuove elezioni o che altro potrà accadere. E ovviamente se la Prefettura interverrà, in questo caso, ed eventualmente in che modo. C’è, infatti, ci spiegano i tecnici del diritto, da parte dei rappresentanti del Palazzo territoriale del governo, in genere una sorta di resistenza a mettere mano nelle questioni di un ente di secondo grado, alla luce del Testo unico degli enti locali e soprattutto delle integrazioni introdotte dalla cosiddetta legge Del Rio.

E già questi riferimenti – ne siamo sicuri – ci faranno perdere parte dei lettori. Allora, semplifichiamola al massimo, la discussione. Il Tuel è da leggersi ed interpretarsi in una con lo Statuto dell’ente. Nel caso si direbbe combinato disposto. Ebbene, la maggior parte degli Statuti provinciali prevedono che in caso d’impedimento permanente, “dimissioni”, rimozione, decadenza, sospensione o decesso del Presidente della Provincia, le funzioni di Presidente della Provincia sono svolte dal Vicepresidente sino all’elezione del nuovo Presidente della Provincia. Nel nostro caso, lo Statuto della Provincia di Caserta parla soltanto di “impedimento permanente, rimozione, decadenza e decesso”, senza mai citare la possibilità delle dimissioni. E aggiunge, all’art. 16 commi 2 e 3): “In tali casi si procede all’elezione del nuovo Presidente, mentre resta in carica il Consiglio Provinciale e, in tale periodo di vacanza, le funzioni di Presidente della Provincia sono svolte dal Vice Presidente sino all’elezione del nuovo Presidente”.

Ora, come anche gli orbi possono vedere, tra le cause di cessazione del Presidente, nello Statuto dell’ente casertano, non vi sono citate le “dimissioni”. Se ne deduce, dunque, che la vacanza della carica “per dimissioni divenute irrevocabili” non consenta, e non solo in base al comma 3 dell’ art.53 del TUEL che stabilisce testualmente che “Le dimissioni presentate dal sindaco o dal presidente della provincia diventano efficaci ed irrevocabili trascorso il termine di 20 giorni dalla loro presentazione al consiglio. In tal caso si procede allo scioglimento del rispettivo consiglio, con contestuale nomina di un commissario”, ma anche per effetto della scelta Statutaria, che le funzioni vicarie siano assolte dal Vicepresidente, nominato “in zona Cesarini” sino all’elezione del nuovo Presidente, ma si rende necessaria la nomina di un Commissario Straordinario da parte del Ministero Interno/Prefettura.

Evenienza, quest’ultima, che sarebbe dovuta già avvenire, parlandosi della vicenda in tutte le salse da venti giorni a questa parte. Non ci risultano, però, al momento provvedimenti ad hoc. Ed è un peccato, perché intanto ci arrivano echi di ricorsi pronti ad essere inoltrati alle autorità tutorie, con l’effetto di prorogare un clima di incertezza che non fa bene a nessuno. Insomma, l’auspicio sarebbe quello di evitare un altro papocchio.

Nella foto, l’ex presidente Giorgio Magliocca ed il nuovo vicepresidente Gaetano Di Monaco

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