Le mani del clan su elezioni e appalti a Pagani, otto arresti

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PAGANI – Il Comune di Pagani era nella morsa della camorra che condizionava le forniture pubbliche. Nella mattina i carabinieri del Reparto territoriale di Nocera Inferiore hanno eseguito otto ordinanze di custodia cautelare.

Tre sono finiti in carcere: Alfonso Marrazzo, imprenditore di 51 anni, Claudio De Cola di 48 anni e Tramontano Bonaventura 69 anni; cinque ai domiciliari: Pietro Buonocore 58 anni, Aniello Giordano di 60 anni, Giuseppe Serritiello di 68 anni, Matteo De Feo di 59 anni, e Dario Ippolito di 32 anni. Il gip ha accolto le richieste della Dda salernitana che contesta il condizionamento elettorale mediante minaccia, falso ideologico, turbata libertà degli incanti, frode nelle pubbliche forniture, corruzione e favoreggiamento personale. L’indagine riguarda il condizionamento da parte del clan camorristico Fezza-De Vivo sull’attività amministrativa del Comune di Pagani per l’ottenimento di forniture pubbliche. Secondo La Dda, il clan Fezza-De Vivo si era infiltrato nel tessuto amministrativo ed economico del Comune attraverso l’imprenditore Alfonso Marrazzo (condannato in primo grado per concorso esterno in associazione mafiosa, consigliere comunale di Pagani per circa 20i anni ed assessore all’ambiente fino all’anno 2016) e grazie alla cooperativa PE.DE.MA già utilizzata in passato. Marrazzo, attraverso la PE.DE.MA., avrebbe ottenuto appalti pubblici comunali come la gestione del cimitero, oltre al servizio di spazzamento delle strade, ed altri servizi pubblici come quello per l’emergenze Covid. Grazie al potere acquisito il clan Fezza-De Vivo avrebbe tentato di condizionare le elezioni amministrative del comune di Pagani, imponendo il voto in favore di propri candidati.