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La fidanzata e gli amici di Santo: vogliamo giustizia e certezza delle pena

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SAN SEBASTIANO A VESUVIO – Un amico lo avrebbe ospitato nella sua abitazione a Barra pur sapendo che era ricercato per l’omicidio di Santo Romano.

Il 17enne è stato comunque arrestato ed è finito questa mattina davanti al gip del tribunale per i minori di Napoli per rispondere di omicidio aggravato e tentato omicidio ai danni di un amico della vittima, attinto solo accidentalmente ad un gomito. Il legale, l’avvocato Luca Raviele, ha preannunciato una richiesta di perizia psichiatrica che accerti se il minore era capace di intendere e volere quando ha sparato a Santo e se sia in grado stare in giudizio. Una richiesta corroborata da una precedente perizia che attesta una condizione psichica problematica del suo assistito. Ieri nel corso del programma televisivo di Rai tre ‘Lo Stato delle cose’, condotto da Massimo Gilletti, collegato con il comune alle falde del Vesuvio, nel campo di calcio davanti alla porta che Santo Romano difendeva quando giocava a calcio, la fidanzata e gli amici di Santo hanno invocato giustizia e certezza della pena per quella che appare ancora una morte difficile da comprendere, che la fidanzata non è ancora riuscita a metabolizzare. La ragazza ancora incredula ha detto di non essere riuscita a piangere, insieme a Santo programmavano già il matrimonio e sognavano di avere due gemelli. Un amico ha ricostruito le fasi dell’omicidio, confermando il ruolo di paciere avuto da Santo in quelle fasi concitate. Un altro amico ha visto dopo lo sparo Santo camminare lungo l’edificio del Comune per pochi metri e poi accasciarsi a terra. E’ emersa una ricostruzione dei fatti collidente con quella fornita dall’assassino agli inquirenti. La tesi della legittima difesa per essere stato accerchiato da due persone, una delle quali armato di coltello verrà riproposta questa mattina.

gmm

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