NAPOLI – Una triste fotografia quella della Campania scattata dall’indagine sull’Ecosistema urbano 2024 di Legambiente. Il rapporto fa il punto sui 106 capoluoghi di provincia della Penisola e le 5 maggiori città della nostra regione fanno una pessima figura. Peggiore, molto peggiore, rispetto a quella del 2023.
Tutti i cinque capoluoghi campani, infatti, retrocedono (CLIKKA E LEGGI il nostro primo articolo) e Napoli e Caserta fanno peggio degli altri tre.
“Dai dati di questa edizione emerge ancora più evidentemente come, per uscire davvero dall’emergenza urbana, sia urgente e non più rinviabile una strategia nazionale in grado di sostenere scelte di indirizzo capaci di rendere le nostre città più sostenibili e al contempo più vicine alle necessità dei cittadini. Non si potrà, infatti, vincere la sfida ambientale e climatica- spiega Francesca Ferro, direttrice Legambiente Campania- senza una vera e propria rivoluzione delle aree urbane, non solo perché sono i luoghi la maggioranza della popolazione, ma anche perché è in questi territori che si amplificano le crisi ambientali, sociali ed economiche. Occorre infrastrutturale, realizzando gli impianti industriali dell’economia circolare, riducendo le perdite nella rete di distribuzione dell’acqua, completando la rete di fognatura e depurazione delle acque reflue, dove va garantita una mobilità innovativa, con un trasporto pubblico cittadino e treni pendolari, da e per le città, frequenti, puntuali e moderni. Occorre riqualificare, a partire dalle periferie, gli spazi comuni, con luoghi d’incontro, pedonalizzazioni, corsie ciclabili, vie scolastiche, messa a dimora di nuove alberature, promuovendo quelle foreste urbane utili a mitigare gli effetti delle ondate di calore, creando corridoi verdi per facilitare spostamenti a piedi anche nei periodi più caldi e puntando sulla natura urbana per mitigare l’impatto climatico nelle città, valorizzando la bellezza come leva del cambiamento”.
Qualità dell’aria.
Le città sono state divise in cinque classi: nella prima, la migliore, compaiono quelle che rispettano tutti i nuovi valori guida OMS – più restrittivi rispetto alle norme UE – per PM10, PM2,5 e NO2. Nell’ultima compaiono i centri urbani che superano per almeno due parametri i limiti della normativa comunitaria sia per PM10 e PM2,5 che per NO2 e O3.
Scarsa è la categoria per Napoli, appena sufficiente per Salerno, Benevento, Caserta e Avellino. La concentrazione nell’aria di Biossido di Azoto (NO2) costituisce, insieme al particolato sottile (PM10 e PM2,5) e all’Ozono (O3), uno dei maggiori problemi con cui le amministrazioni devono confrontarsi. Rispetto agli ultimi cinque anni, il biossido di azoto è l’unico parametro che segna una tendenza in calo. Non per Napoli – scrive l’Ansa – dove è passato dai 37 µg/mc del 2019 ai 38 µg/mc attuali, passando per un minimo di 28 µg/mc e 24 µg/ mc nel 2020 e nel 2021.
Relativamente alle concentrazioni di PM10, nessuna ha superato il limite normativo previsto (40 µg/mc). Le città con i valori medi più elevati sono Avellino con (29 µg/mc) seguito da Napoli con 27 µg/mc e Caserta e Benevento (tutte con 26 µg/mc).
Dispersione della rete idrica.
Si calcola che la quota di acqua potabile immessa in rete e non consumata per usi civili (domestici, servizi, usi pubblici e usi gratuiti), industriali e agricoli venga, in qualche modo, dispersa dal sistema. Nel 2023 sono ben tre capoluoghi con perdite superiori o uguali al 50%: primato negativo a Salerno e Caserta con il 61%, segue Benevento con 57%.
Rifiuti, mobilità e verde urbano.
Solo Salerno e Avellino, superano l’obiettivo di legge del 65% di raccolta differenziata fissato per il 2012 rispettivamente con una percentuale del 74% e del 66%. Benevento si avvicina con 63,7% di raccolta differenziata. Chiudono Caserta con il 55% e Napoli, ancora lontana, con 39,3%. La riduzione della produzione dei rifiuti è un obiettivo importante individuato dalle politiche europee e nazionali.
Napoli con 534 kg supera la media nazionale di 513 kg/abitante all’anno mentre gli altri capoluoghi sono al di sotto della media nazionale.
Trasporto pubblico.
C’è una evidente incidenza del bacino di utenza (quindi il numero di abitanti, ma anche l’estensione geografica del capoluogo) sul dato finale. Napoli evidenzia un buon aumento, con 79 passeggeri per abitante nel 2023, rispetto ai 64 del 2022 anche se ancora lontana dalle altre grandi metropoli e città turistiche. Guardando alle piste ciclabili, nel 2023 buona performance di Benevento con 22,65 m equivalenti ogni 100 abitanti. Dietro Napoli e Salerno rispettivamente con appena 0,39 e 0,22 m equivalenti ogni 100 abitanti.
L’estensione media delle isole pedonali nei comuni capoluogo si attesta sui 50,7m2 ogni 100 abitanti. In Campania nessuna città raggiunge questa media. Benevento è quella che fa registrare la migliore performance con 40 m2 ogni 100 abitanti. Avellino fanalino di coda con appena 2,6 m2. Tutte le città campane hanno bassi numeri per i mq/abitante di verde urbano fruibile. Si passa dai 31 mq di Avellino, ai 22,7 di Benevento e ai 19,4 di Salerno. Chiude Napoli con 13,6 mq.
Nota dolente sul fronte delle energie rinnovabili, dove solo Avellino registra un minimo di diffusione di solare termico e fotovoltaico installato nelle strutture pubbliche, con un valore di 7,99 kW per 1000 abitanti. Fanalini di coda Napoli con 0,21 kW/1000 abitanti, Salerno con 1,44 kW/1000 abitanti e Caserta con 1,14 kW/1000 abitanti.