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Piazza di spaccio nel carcere di Secondigliano, chiesti tre secoli

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NAPOLI. Spaccio di stupefacenti e un giro illegale di telefonini nel carcere di Secondigliano, chiesta la condanna per trafficanti e spacciatori detenuti e per i loro complici. Coinvolti gli esponenti dei clan di Miano dell’Arenaccia, di Bagnoli e del centro storico, fino a Casoria. Il carcere è trasversale e ospita boss e camorristi di tutti i clan.

Il procedimento si celebra davanti al gup del tribunale di Napoli con la formula del rito abbreviato e ieri il pubblico ministero della Dda ha concluso la sua requisitoria con la richiesta di trenta condanne, per un ammontare di oltre tre secoli di reclusione. Tra le pene più elevate chiesti per Matteo Balzano 12 anni; per Giovanni Baratto 20 anni; per Pasquale Barone 9 anni; per Nicolas Brunetti 20 anni; nei confronti di Roberta Cascone e di Antonio Castiello 12 anni; di Salvatore Celentano 20 anni; di Giorgio Ciriello, Ciro Contini, Cristian Esposito e Nico Grimaldi 12 anni; di Alessandro Iuliano 9 anni; per Lucio Musella, 20 anni; per Maria Matilde Nappi e Rita Pitirollo 12 anni; per Vincenzo Scognamiglio 20 anni; per Antonio Gianpaolo Talletti 9 anni; per Santo Tessitore 12 anni; Giovanna Viciglione 12 anni; e per Maria Vitale 9 anni. La droga entrava in vari modi, soprattutto all’interno di capi d’abbigliamento pesanti, dietro compenso agli uomini dello Stato infedeli: tra i 200 ai 400 euro per ogni carico.

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