I magheggi di Martusciello e De Luca per conquistare Palazzo Santa Lucia

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L’EDITORIALE di ANTONIO ARRICALE – Regionali, in Campania si vota a Ottobre del prossimo anno. Fulvio Martusciello, eurodeputato di Forza Italia, nel centrodestra batte tutti sul tempo, magari con troppo anticipo.

Chissà che cosa avrà in testa, non essendo un novellino della politica: in genere, i primi nomi sono destinati ad essere bruciati. Ad ogni modo, Martusciello mette le mani avanti e, più o meno, dice: “Sono pronto e sono vincente. Alle europee sono stato il più votato, nonostante viceministri, ministri e rettori sostenessero altri candidati”.

A prima vista, salvo particolari secondari, sta ripetendo nel centrodestra lo stesso schema di Vincenzo De Luca, il presidente della Regione uscente, nel centrosinistra.

Ma, ovviamente, non è che gli altri partiti o schieramenti se ne stiano con le mani in mano. Chi manovra preferisce farlo, per il momento, nell’ombra.

E, però, al netto degli eventi che possono modificare il corso delle cose (domenica e lunedì si vota in Liguria, più avanti, a seguire, tra il prossimo novembre e il 2025 si voterà in altre sette regioni) il dato di partenza dovrebbe essere per tutti la consistenza delle forze in campo. Magari anche alla luce dei sondaggi che settimanalmente i vari enti demoscopici effettuano.

A proposito, i più recenti (Radar Swg dell’ultima settimana) dicono che se gli italiani fossero chiamati alle urne, Fratelli d’Italia si confermerebbe primo partito con il 29,5% dei consensi, in crescita dello 0,2% rispetto alla scorsa settimana. Staccato di quasi sette punti percentuali, al 22,6%, ci sarebbe il Partito Democratico che cresce dello 0,3%. In terza posizione, il Movimento 5 Stelle con l’11,4%, in flessione dello 0,3%. Forza Italia resta stabile al 9 %. Mentre la Lega cresce delle 0,3% rispetto alla precedente rilevazione, arrivando all’8,9%. Alleanza Verdi-Sinistra si conferma al 6,8%. Calano, dello 0,2%, invece, sia Azione, al 2,5%, che Italia Viva, al 2,1%. Guadagna lo 0,1% +Europa, mentre perde lo 0,2% Sud Chiama Nord. Stessa flessione e stessa percentuale di consensi per Noi Moderati e Pace Terra Dignità: perdono entrambi lo 0,1% e si attestano all’1%.

Insomma, fatta salva l’incognita De Luca – per il quale, allo stato ci sarebbero tre liste civiche, oltre il partito di Matteo Renzi o quella che ne resta, a sostenerlo – il boccino resta nelle mani, da una parte del Pd, dall’altra di Fratelli d’Italia. I quali, beninteso, sono anche disponibili a cedere il ruolo di mosca nocchiere ad un rappresentante di un partito minore, sacrificio che farebbero unicamente con l’obiettivo di tenere insieme la coalizione. È il caso, per esempio, del centro sinistra che cederebbe il posto ai 5S, candidando Roberto Fico, pur di tenere insieme il cosiddetto campo largo o camposanto, che dir si voglia. Mentre, nel centrodestra, alla fine di tutti i magheggi il candidato potrebbe essere scelto tra la cosiddetta società civile. Insomma, un nome super partes.

Allo stato dell’arte, dunque, stante l’attuale legge regionale, e secondo l’antico principio del “divide et impera”, vincerebbe lo schieramento capace di tenere insieme tutte le forze compatibili. In ogni caso, bisogna capire che cosa veramente si muove dietro quelle che, ad ora, appaiono soltanto cellule impazzite. Ah, saperlo…