Il Libano sin dagli anni ’70 è stato un paese particolarmente attenzionato dall’intelligence italiana ed in genere dei Paesi europei, per la presenza di molti esponenti legati alle frange terroristiche islamiche che proprio in quegli anni seminavano terrore in Europa.
Iconica resta la figura del Capo Centro SID (poi SISMI) a Beirut, il col. Giovannone, uno dei massimi esperti dell’intelligence sul territorio.
Negli anni ’80, con le missioni ITALCON 1 e 2 la presenza nazionale si è intensificata con l’invio dei contingenti militari che vide per la prima volta anche l’impiego operativo delle Forse Speciali. Degna di nota fu l’attività sul campo degli incursori dell’allora 9° Btg. Col Moschin, più volte attivati per intervenire in situazioni critiche. Altrettanto nutrita fu la presenza dell’intelligence sia con gli uomini del SIOS, sia con agenti del SISMI, alcuni dei quali negli anni successivi raggiunsero ruoli apicali nell’intelligence nazionale, basti pensare all’allora capitano Cantatore noto come “Charlie Charlie” e punto di forza del contingente nazionale italiano per mantenere i rapporti con tutti gli elementi ostili sul campo.