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Pen drive nel covo di Zagaria, pena ridotta al poliziotto

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CASAPESENNA – Ridotta la pena all’agente di polizia Oscar Vesevo, accusato di avere sottratto una pen drive nel covo di Casapesenna, dove si nascondeva il capo dei Casalesi Michele Zagaria. La seconda sezione della Corte di appello di Napoli, presidente Maria Francica,

ha riqualificato il reato di peculato in furto aggravato in abitazione e gli ha inflitto una pena di tre anni e tre mesi di reclusione.

In primo grado il tribunale di Napoli aveva condannato il poliziotto a sei anni e due mesi anche per due truffe ai danni di Biagio Lusini e di Michele Sapio che i giudici di appello hanno emesso una sentenza di non luogo a procedere per prescrizione. La Dda di Napoli, che indagò sulla vicenda, sospettò che sul supporto informatico fossero contenute informazioni utili alle indagini sul boss e che il poliziotto le avrebbe poi vendute ad un imprenditore sospettato di essere vicino al boss ‘Capastorta’, ma a quanto pare la pen drive apparteneva alla figlia di Vincenzo Inquieto e della moglie Maria Grazia, la coppia che nascose e protesse il latitante nel covo ricavato nella loro abitazione a Casapesenna. Vesevo è difeso dall’avvocato Giovanni Cantelli.

giovanni maria mascia

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