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Inchiesta Zannini, al setaccio telefoni e pc. Tremano sindaci e consiglieri comunali

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MONDRAGONE – Non si arresta l’eco dello tsunami politico-giudiziario che si è abbattuto sul consigliere regionale Giovanni Zannini, indagato per concussione e corruzione insieme ad altre sei persone: il dirigente della Regione Antonio Postiglione, gli imprenditori Alfredo Campoli – amico intimo e compare di nozze del politico di Mondragone – Luigi e Paolo Griffo, Ciro Ferlotti e Giuseppe Ruggiero.

Terminata la fase delle perquisizioni, ora l’attività investigativa dei carabinieri di Aversa si concentrerà sull’analisi di documenti, telefonini e personal computer sequestrati dai militari nei giorni scorsi. I pubblici ministeri Gerardina Cozzolino e Giacomo Urbano cercano riscontri alle tesi investigative della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere. Se a Zannini, infatti, vengono contestati i reati di corruzione e di concussione, per gli altri indagati si ipotizza anche la truffa.

Un’indagine che fa tremare i polsi a tanti politici amici del consigliere regionale: sindaci amici, innanzitutto. Nel mirino della Procura i primi cittadini di Cancello ed Arnone e Castello del Matese, rispettivamente Raffaele Ambrosca e Salvatore Montone che, per i pm, “si sarebbero fatti in quattro” per il potente e supervotato consigliere regionale, pupillo di Vincenzo De Luca. Questo filone d’inchiesta riguarda i due imprenditori della mozzarella Luigi e Paolo Griffo che avevano chiesto un finanziamento di ben 10 milioni di euro ad Invitalia, società del Mef, per la realizzazione di un mega caseificio. Per ottenerlo, però, avrebbero dovuto presentare la Valutazione di incidenza ambientale, ovvero la “Vinca”. Per tale ragione Zannini avrebbe chiesto all’amico sindaco Montone, del Comune di Castello del Matese, di intervenire, visto che proprio in quel comune esisteva la Commissione Ambiente Vinca. Il sindaco Ambrosca, dal canto suo, dopo aver stipulato una convenzione con il lontano comune di Castello del Matese, avrebbe chiesto delega in materia di Vinca. A quella Commissione sarebbero poi giunte relazioni, ritenute false dai pm, di cinque professionisti, sulla scorta delle quali la Commissione matesina dichiarò la non assoggettabilità a Vinca dell’impianto e il Comune di Cancello ed Arnone rilasciò l’atto che permetterà poi ai Griffo di ottenere il mega finanziamento da 10 milioni di euro.

Se Ambrosca e Montone (non indagati) tremano, non se la passa meglio il sindaco di Teano Giovanni Scoglio (anch’egli, per il momento, non indagato). Secondo la Procura Zannini sarebbe intervenuto presso il Comune per fare gli interessi del suo amico e compare Alfredo Campoli (marito dell’assessora di Mondragone Tramonti) e fare in modo che questi si aggiudicasse l’appalto rifiuti del comune sidicino. Affidamento poi concesso alla Columbus Edil Gest s.r.l., che fa capo proprio a Campoli.

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