AIELLO DEL SABATO – Sequestro di persona, maltrattamenti in famiglia e tortura nei confronti della figlia che hanno tenuto per anni segregata in casa. Diviene definitiva la condanna a dodici anni e quattro mesi per la madre Maria Guarriello e a dieci anni di carcere per il padre Giuseppe D’Amore.
I magistrati della V Sezione della Cassazione hanno infatti rigettato il ricorso presentato dalla difesa dei due genitori di Aiello del Sabato, rappresentata dall’avvocato Francesco Buonaiuto. La difesa era riuscita ad ottenere uno sconto di pena in secondo grado. I giudici della IV sezione penale della Corte di Appello di Napoli avevano riformato la pronuncia di primo grado riducendo a 12 anni e 4 mesi di reclusione la condanna irrogata alla madre, Maria Guarriello e a 10 anni di reclusione per il padre, Giuseppe D’Amore. In primo grado, infatti, il gup Francesca Spella, all’esito del rito abbreviato, aveva condannato a 14 anni di reclusione la madre e a 12 il padre. Il giudicedel tribunale di Avellino li aveva assolti dalle accuse di istigazione al suicidio con la formula “non costituisce reato” e riconobbe al padre l’attenuante del vizio parziale di mente.