di Antonio Arricale – Diciamoci la verità: in Italia la Sanità non funziona. Un po’ ovunque. Rivedere – se occorre – le trasmissioni sul tema di Mario Giordano (“Fuori dal coro”) per una conferma.
E, però, è in Campania che la Sanità assume aspetti paradossali. Nel senso che gli ospedali, dove pure ci si reca per farsi curare, magari in emergenza, sempre più spesso si trasformano in teatri di violenza, se non in veri e propri campi di battaglia. Specialmente nei Pronto Soccorso, dove il personale medico ed infermieristico pensa, ormai, di trovarsi in trincea piuttosto che in un ambiente sanitario, e incrocia giornalmente le dita nella speranza di non dover affrontare i parenti inferociti dei poveri disgraziati che vi giungono.
Certo, gli esempi di eccellenza – termine peraltro assai abusato, in questi ultimi tempi – non mancano, come recentemente ha testimoniato anche il papà della povera Chiara, la giovane turista padovana uccisa da una statua piovuta dal cielo, ai quartieri spagnoli di Napoli il quale, pure nell’immenso dolore, ha avuto parole di elogio per il personale dell’Ospedale del mare.
Ciò detto, però, al di là degli effetti (violenze e aggressioni nei “Pronto soccorso”) è la causa che dovrebbe essere rimossa per dare una soluzione al problema. E la causa è una diffusa percezione (e non solo) di malasanità: di un servizio scadente ricevuto dai cittadini. Poco importa se delinquenti, come pure spesso sono, nel caso delle lamentate aggressioni.
Ed è su questo aspetto che bisognerebbe, forse, provare a riflettere ed incidere.
Leggo, invece, sulla questione, da parte dei politici, soltanto dichiarazioni che guardano a valle del problema, sicché propongono di “militarizzare” gli ospedali, non di migliorare il servizio offerto.
Una sintonia che abbraccia destra a sinistra, indistintamente.
Stefano Graziano (Pd): “Posti di polizia in ogni presidio”. Pina Picierno (Pd): “Polizia h24 negli ospedali”. Susanna Camusso (Pd): “Applicare la flagranza di reato sulla scorta delle immagini registrate”. Agostino Santillo (M5S): “Sulla sicurezza il governo nicchia”. Gianpiero Zinzi (Lega): “I presidi di polizia sono in aumento”. Giovanna Petrenga (Fdi): “I poliziotti sono in aumento”. Gimmi Cangiano (Fdi): “Il governo ha fatto tanto”. Marco Cerreto (Fdi): “Arrestare gli aggressori”.
Dichiarazioni, a ben vedere, di circostanza, un tantino qualunquiste, sicuramente reticenti. Nessuno, infatti, che punti il dito sulle responsabilità di chi lo sfacelo del settore ha provocato. Responsabilità che pure sono sotto gli occhi di tutti: la Regione e chi la governa. Perché è dell’ente di Santa Lucia – giusto per ricordare – la competenza e gestione della Sanità.
Si eviti, allora – è un consiglio ai politici – di fare, come nel famoso proverbio, la parte degli stolti che guardano il dito, mentre il saggio indica la luna. E si comportino di conseguenza.
(Nella foto, in senso orario, in alto da sinistra: Stefano Graziano, Pina Picierno, Susanna Camusso, Agostino Santillo, Marco Cerreto, Gimmi Cangiano, Giovanna Petrenga e Gianpiero Zinzi)
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