I poliziotti della Squadra mobile di Padova, a seguito di due separate attività d’indagine, hanno individuato i responsabili di alcune truffe romantiche a danno di donne indotte o costrette a versare considerevoli somme di denaro. Due uomini di 32 e 43 anni contattavano sui social donne sole, a volte uscite da relazioni sentimentali finite male, inviando loro una richiesta di amicizia e utilizzando immagini di uomini molto avvenenti (foto rubate dalla rete) spacciandosi per imprenditori o militari in servizio in Paesi in guerra, comunque con posizioni lavorative di alto livello, single, vedovi o separati. Dopo aver instaurato il falso ma intenso rapporto di “amicizia” virtuale, i truffatori cominciavano a chiedere denaro, accampando una serie di motivazioni fantasiose legate a gravi motivi di salute o alla voglia di acquistare i più svariati titoli di viaggio per raggiungere finalmente le loro “amate”, conoscersi e iniziare una vita insieme.
Le indagini hanno tratto spunto dalle denunce presentate da due vittime, entrambe della provincia di Padova, una impiegata di 60 anni, separata con figli e una 46enne. Passando da Facebook a whatsapp, dopo aver carpito la loro fiducia, in entrambi i casi è stato chiesto alle due donne di ricevere, per conto dei loro spasimanti, dei pacchi contenente del denaro, oggetti e dei documenti personali di valore (in uno di questo il presunto valore era di quasi mezzo milione di euro). Per ritirare i pacchi però veniva chiesto di pagare al corriere del denaro relativo alle imposte per alcune migliaia di euro, cosa che le vittime facevano pensando che i loro amati fossero benestanti e che restituissero il denaro prestato. Però, di fronte all’ennesima richiesta di pagamento la donna di 60 anni decideva di contattare tramite Facebook tutte le donne che avevano messo dei like sulle foto dello stesso uomo, riuscendo così a confrontarsi in particolare con una donna di Bologna, anche lei vittima dello stesso spasimante; quest’ultima si era esposta per una cifra piuttosto importante e aveva già deciso di denunciare l’accaduto.
Nel caso della 46enne, invece, al rifiuto della vittima di versare ulteriore denaro, il truffatore la minacciava con espressioni del tipo “conosco il tuo nome, il tuo indirizzo, il tuo numero di telefono e la tua mail ho le tue foto e quelle dei tuoi familiari e se non paghi quei soldi andrà a finire male”. A seguito delle denunce di entrambe le donne, gli investigatori della Squadra mobile sono risaliti agli indirizzi mail da cui le vittime avevano ricevuto le richieste di denaro per la ricezione dei pacchi e con cui avevano intrattenuto più messaggi, oltre ad altri indirizzi mail usati dai falsi corrieri. Gli accertamenti sui conti correnti su cui pervenivano le somme di denaro provento delle truffe e delle estorsioni hanno permesso l’identificazione degli indagati, due cittadini stranieri incensurati, uno dimorante a Milano e uno nella provincia di Vicenza.
L’analisi dei movimenti in entrata ed in uscita dei conti correnti, ha evidenziato che oltre alle due denuncianti anche altre persone avevano effettuato bonifici per somme cospicue (da un minimo di 250 euro ad un massimo di 13mila 200 euro). Nel corso delle perquisizioni sono stati trovati e sequestrati a carico dei due indagati, telefoni, carte di debito e documentazione da cui si confermava che erano loro a nascondersi dietro i falsi profili ed in alcuni casi a ricevere i bonifici. Le “romance scam” (truffe romantiche) sono in aumento nel nostro Paese. Si tratta di uno dei raggiri più dolorosi, in quanto, colpisce la sfera dei sentimenti e lascia l’amaro in bocca per essere stati manipolati nel peggiore dei modi, quindi oltre al danno economico creano anche un danno psico-fisico. L’età delle vittime circuite dai falsi corteggiatori sui social si aggira solitamente intorno ai 50 anni e a rimanerne coinvolte spesso sono donne di estrazione sociale eterogenea (alcuni casi si registrano tuttavia pure in danno di uomini). La realtà dei casi rivela che la maggioranza delle vittime non è più giovanissima e che, magari dopo una relazione sentimentale finita male e con figli che vivono autonomamente, diventano facile preda chattando davanti al computer o su uno smartphone.
Vi suggeriamo alcuni accorgimenti da adottare per non cadere vittime di persone senza scrupoli:
controllare su un comune motore di ricerca il nome e le immagini del profilo delle persone che ci richiedono questo tipo di attenzioni, verificando che non vi siano già segnalazioni da parte di altri utenti;
diffidare di coloro che inviano messaggi utilizzando un italiano spesso sgrammaticato; non fidarsi di chi chiede denaro con insistenza; denunciare ciò che sta accadendo, astenendosi dal pagare qualsiasi somma di denaro. Si raccomanda, inoltre, di essere estremamente cauti con le persone che non si conoscono fisicamente chiedendo, eventualmente, un parere ad una persona di fiducia su quanto sta accadendo e ci vede coinvolti direttamente, termina la nota della Questura.
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