“Oggi, in Emilia – Romagna ci sono situazioni irrecuperabili per le quali sarà necessario ripensare al tracciato della strada e bisogna ragionare sulla progettazione futura di questi territori. Delle 620.000 frane censite in Italia, ben 80.000 sono in Emilia – Romagna. Abbiamo dei terreni particolari composti da jun’alternanza di argilla e sabbia cementata che con l’acqua costituiscono un mix micidiale. Oggi abbiamo la tecnologia che ci aiuta attraverso sistemi satellitari e il controllo satellitare del territorio, attraverso i sensori, ci aiuta a capire se la frana si sta muovendo. Inoltre attraverso il sistema satellitare è possibile mappare il territorio. L’80% delle frane presenti in Europa sono nel nostro Paese. Il motivo è semplice in quanto da una parte l’Italia ha un territorio geologicamente giovane
ma dall’altra c’è l’impatto antropologico della presenza umana che nei decenni non ha tutelato il patrimonio ambientale. Bisogna intervenire ricreando una struttura che possa concentrarsi solo ed esclusivamente sulle opere da realizzare per avere un territorio piu’ sicuro e almeno mitigare i rischi climatici. Il cambiamento climatico non deve rappresentare un alibi, anzi deve stimolare l’intera comunità a chiede e a ottenere azioni incisive. In 162 anni nel nostro Paese abbiamo avuto il Servizio Geologico Nazionale, creato dall’allora Ministro Quintino Sella e la struttura di Missione Italia Sicura nata durante il Governo Renzi. Credo sia giunto il momento di comprendere che la vera, grande opera è l’Italia stessa, la messa in sicurezza del territorio. Il rischio zero non esiste come non esiste in tutti i settori ma investendo su opere riguardanti non solo l’Emilia – Romagna ma tutto il territorio nazionale e migliorando la prevenzione, riusciremmo sicuramente a limitare la perdita di vite umane e danni all’ambiente, al patrimonio culturale, al patrimonio sociale e al tessuto economico”. Lo ha affermato Paride Antolini, Presidente dell’Ordine dei Geologi dell’Emilia – Romagna, in una nota stampa.