Italia, entro fine anno approvato il piano nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici: i dettagli

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 “Il Ministro dell’Ambiente ha annunciato, questo pomeriggio che entro fine anno sarà pronto il Piano di Adattamento ai Cambiamenti Climatici. E’ una notizia importante! Sempre nel pomeriggio ha confermato il proseguimento della CARG. Apprendiamo con molto favore quanto affermato dal Ministro dell’Ambiente e alla sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin. Ieri anche il dialogo avuto con il Ministro durante la trasmissione Porta a Porta, alla quale abbiamo partecipato come Società Italiana di Geologia Ambientale,  è stato proficuo e nell’interesse della Nazione.  La puntata di ieri sera,  partendo dal drammatico evento di Ischia dello scorso 26 novembre ha ben rappresentato lo stato di criticità geo-idrologica in cui versa tutto il Paese. Il confronto avuto con il Ministro è stato costruttivo.  Sono state esposte proposte relative alla definizione di un’ azione organica e necessaria a mitigare gli effetti del dissesto geo-idrologico attraverso una prevenzione efficace che associ agli interventi strutturali una gestione e mantenimento delle aree collinari e montuose che possano creare nuovo reddito e valorizzare le risorse umane”. Lo ha affermato in una nota stampa Antonello Fiore, Presidente Nazionale della Società Italiana di Geologia Ambientale, intervenuto a Porta a Porta.

“Si ritiene di fondamentale importanza consolidare e potenziare le azioni di coinvolgimento della popolazione al fine di trasferire la giusta consapevolezza dei pericoli territoriali acquisendo sin da piccoli comportamenti di autoprotezione, questo anche in virtù dei nuovi e preoccupanti scenari climatici. Si ritiene necessaria la rivisitazione dell’attuale quadro normativo al fine di potenziare corsi di educazione ambientale extra curriculare anche con escursioni sul territorio.  Necessario inserire nei programmi ministeriali l’Educazione Ambientale come materia individuale.

Inoltre si ritiene necessario sostenere e potenziare i sistemi di allertamento, il completamento della carta geologica regionale, i sistemi di monitoraggio, questuatimi anche al fine di individuare le priorità degli interventi struttura. Sarà necessario intervenire sui sistemi di drenaggio urbano – ha concluso Fiore –  per scongiurare allagamenti urbani sempre più frequenti a seguito dell’aumento del consumo di suolo, del cambio del regime pluviometrico e della manca manutenzione delle stesse reti.

Oltre ai costi economici elevatissimi dobbiamo tener conto degli alti costi sociali che stiamo pagando con le tante vittime e feriti causati da frane e alluvioni. Solo nel periodo 2072 – 2021 il CNR ci ricorda che sono state coinvolte tutte le regioni italiane e in queste hanno perso la vita 1652 persone, sono rimaste ferite 1875 e hanno patito l’evacuazione ben 305.861 italiani.

Per avere una prevenzione efficace che riesca a limitare gli effetti del dissesto geo-idrologico causato da frane e alluvioni serve una visione unica è più ampia. Serve un Piano unico di mitigazione del dissesto geo-idrologico che tenga conto della pericolosità molto diffusa del Paese, partendo dai gradi di rischio più severi che interessano gli edifici strategici (scuole, ospedali, caserme) e gli edifici a uso pubblico. Si deve valutare nel dettaglio la possibilità di realizzare interventi di messa in sicurezza o di delocalizzazione, abbattimento e trasferimento in zone sicure. Il Piano dovrebbe anche trattare gli edifici privati nella stessa maniera, prevedendo per quelli regolarmente realizzati una compensazione totale. Sistemi di monitoraggio potrebbero essere utilizzati per stabilire le priorità di intervento o rimodularle in base agli esiti dei risultati dei monitoraggi”.