Hanno una vita anonima, sono professionisti, artigiani, dipendenti, magari anche padri di famiglia. Eppure, dietro una facciata di “perbenismo” si nascondono i cultori della pornografia minorile, che si procurano il materiale illecito da altri utenti della rete oppure adescando le vittime sui social network più diffusi, inducendole ad autoprodurre e condividere immagini intime. Il Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica della Polizia Postale per l’Emilia Romagna ha tratto in arresto un uomo di 44 anni, residente nella provincia di Reggio Emilia, per detenzione di una ingente quantità di immagini e video pedopornografici.
L’indagine, coordinata dal P.M. dott. Andrea De Feis della Procura della Repubblica di Bologna e dal Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni, mediante il Centro Nazionale per il Contrasto alla Pedopornografia Online (C.N.C.P.O.) trae origine da una segnalazione internazionale di polizia, relativa alla diffusione di file a contenuto pedopornografico avvenuta su un noto servizio di Cloud Storage. Le indagini svolte dal C.O.S.C. felsineo hanno consentito di identificare compiutamente l’indagato, nei confronti del quale è stato emesso dall’Autorità Giudiziaria un decreto di perquisizione informatica.
Durante le attività di ricerca della prova, gli operatori della Postale hanno individuato circa 3.700 immagini e video di natura particolarmente scabrosa, prodotti mediante lo sfruttamento sessuale di minori degli anni 18. I file rinvenuti erano stati meticolosamente catalogati e memorizzati all’interno dei dispositivi di memoria di massa sequestrati, l’uomo aveva anche realizzato copie di backup. Come riporta la nota della Polizia Postale, l’uomo, a seguito dell’arresto in flagranza, convalidato dal P.M. dott. Dott. Giacomo Forte della Procura della Repubblica di Reggio Emilia, veniva tradotto e associato presso la casa circondariale “ La Pulce” di Reggio Emilia.