NAPOLI – Seconda assoluzione in pochi mesi per Roberto Antini, venti anni dei Quartieri spagnoli, nipote del boss Antonio Ranieri, ucciso nel 1999, quando Roberto non era ancora nato. Il gup del tribunale di Napoli ha ritenuto fondata la tesi del difensore circa il grave disturbo della personalità da cui è affetto il suo cliente.
Roberto Antini era accusato di atti persecutori nei confronti dell’ex fidanzata, ma per il giudice era incapace di intendere e volere al momento dei fatti. Il 20enne dovrà comunque seguire un corso terapeutico se no rischia di essere rinchiuso in una Rems, una struttura che è l’acronimo di residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza. La figura del nonno sarebbe un punto di riferimento ed uno dei fattori scatenanti dello stato mentale del ragazzo che utilizzava il suo soprannome ‘Polifemo’ e lo nominava nei messaggi minatori all’ex fidanzata. A luglio era stato assolto anche dall’accusa di aver rapinato un supermercato.